Gianluca De Candia
“Il rovescio del Vangelo”
EDB Edizioni Dehoniane Bologna
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Lo charme del Rabbì di Nazaret filtra da ogni pagina dei Vangeli, restando inafferrabile. Come accostarsi allora alla patina di luce che ovunque lo accompagna? Questa domanda dà l’avvio all’avventura di queste pagine: osare leggere il Vangelo «al rovescio», a partire cioè dalla prospettiva di coloro che lo hanno incontrato. Come sarà stato guardato Gesù da Giuseppe, Maria, il Battista, la peccatrice di Magdala, Giuda, Pietro, Caifa, Anna, Pilato ed Erode? Un racconto fra le righe dei Vangeli e sulla loro soglia, come un invito a entrare.
“C’è qualcosa d’impalpabile e leggero che a volte ci incanta; qualcosa d’invisibile, di duttile e mobile che pure sa attrarci a sé con forza; qualcosa di sottile che si può solo presagire o indovinare; qualcosa che, quando manca, ci lascia in uno stato di curiosa inquietudine; qualcosa di decisivo e che tuttavia pare non si possa dire. Non è afferrabile come un oggetto, ma fa parte del lato atmosferico, imprendibile della realtà. Proprio a questo guardava Vladimir Jankélévitch quando parlava di un non-so-che o un quasi niente, di una qualità altra, superiore, che pure irrompe nell’attimo come un’occasione, ma la cui essenza resta imperscrutabile. Questo “altrove”, che pure irrompe come immediato, è lo charme.
Esso irradia, seguendo le leggi dell’attrazione estetica e non della gnosi, dell’intuizione sensibile e non della riflessione. Qualcosa di esterno prende l’iniziativa, ci viene incontro e attira, desta in noi un sentimento di riverenza, provoca l’urgenza di un riconoscimento. Être sous le charme dice la lingua francese. Subire il fascino è dunque in un primo momento esperienza di passività. Avvertiamo subito di ritrovarci di fronte a una donna o a un uomo charmant, anche se questi resta a lungo posato. Può tacere per ore e riempire di sé uno spazio immenso. Egli non ha nulla dell’affettazione dello charmeur, di chi pretende sedurre a dispetto dell’altrui indipendenza. Al contrario, l’impulso che deriva da un’allure affascinante sembra promettere una maggiore libertà. In lui pare ci venga incontro il modo di diventare migliori.”
Gianluca De Candia insegna attualmente Teologia sistematica all’Università di Siegen ed è libero docente al Dipartimento di questioni filosofiche fondamentali della teologia della Westfälische Wilhelms-Universität di Münster.
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